Mattoncino dopo mattoncino si è costruito la sua carriera, con un costante progresso, fino al salto di qualità compiuto in particolare nel 2018. In quella stagione, dopo essere entrato per la prima volta nel tabellone principale di uno Slam agli Australian Open, Salvatore Caruso ha conquistato a Como il suo primo titolo challenger, risultati che gli hanno dato la spinta per fare ancora meglio nel 2019. Terzo turno al Roland Garros, semifinalista al torneo ATP 250 di Umago e poi secondo successo nel circuito challenger, a Barcellona, che gli è valso l’ingresso nella Top 100 mondiale. Classifica che ha ulteriormente migliorato nel 2020, grazie in particolare al terzo turno agli US Open e poi alla finale nel challenger di Parma, fino ad arrivare alla 76ª posizione ATP del 16 novembre 2020 come best ranking.
Il tennista siciliano di Avola è stato però tormentato quest’anno da alcuni problemi fisici che ne hanno condizionato il rendimento: il suo miglior risultato è la semifinale al challenger di Perugia il mese scorso, che non è bastata però per evitare di uscire dai primi 100 della classifica (è numero 109 ATP). Ovvio che l’intenzione di “Salvo” è quella di rientrarvi prima possibile e gli Internazionali di Tennis “San Marino Open” rappresentano in tal senso un’opportunità importante. Magari traendo ispirazione dal fatto che diciotto anni fa un giocatore della sua terra, il siracusano Alessio Di Mauro, firmò l’edizione 2003, conquistando il successo che diede una svolta alla sua carriera.